Codice “8802”

Cari Soci,

il titolo della rubrica di questo mese non è un buono sconto da usare per fare acquisti da Aircraft Spruce e neppure un numero segreto per ottenere in fretta il Permesso di Volo. La vicenda che sto per raccontare è accaduta poco prima di Natale a un nostro socio pilota che da poco è anche divenuto appassionato costruttore.

Mentre attendeva notizie sullo sdoganamento di una parte del kit ordinato negli Stati Uniti, l’azienda produttrice gli ha comunicato problemi con lo spedizioniere e con i doganieri italiani. Il punto era che costoro non potevano completare la pratica, deliberando e facendo partire il bene, perché mancava il certificato di aeronavigabilità dell’aeromobile. Poco importa se fosse più che evidente che la cassa non poteva contenere un intero aeroplano ma soltanto dei pezzi ben specificati – nella fattispecie, lamiere piegate con le quali si potrebbe costruire qualsiasi cosa -, poiché il codice doganale riportato, lo “8802” in Italia pare non esista più da oltre un anno, seppure talune dogane lo accettino ancora. Con altre dogane, come in Trentino Alto Adige, l’operazione si riesce a completare come si è sempre fatto; ovvero, taluni funzionari accettano anche lo “8807” forse interpretando le normative più o meno puntigliosamente, insomma, all’italiana.

Chi si occupa di spedizioni extra Europa ha una certa confidenza con i codici “Taric” (Tariffa doganale comunitaria), ovvero con lo strumento usato per calcolare i dazi doganali sulle merci importate nell’Unione Europea come definito dal Regolamento Europeo n. 2658/87, ma è chiaro che un appassionato pilota, che magari nella vita svolge tutt’altra professione, ma che nel frattempo ha sborsato qualche decina di migliaia di dollari, rimane del tutto disorientato e nel pieno diritto di alterarsi.

Un minimo errore nel codice può infatti comportare l’associazione della merce a una categoria merceologica errata o a una tariffa doganale differente da quella imponibile e generare inconvenienti che vanno dalla semplice sanzione sino al blocco della merce, che comunque costa perché viene fatturato anche lo stazionamento. Verrebbe da pensare che la via più semplice per risolvere lo spiacevole episodio possa essere la correzione a mano di un numero, invece no, perché secondo la legge italiana lo Stato ha tempo dieci anni per fare controlli a ritroso nel tempo e per applicare multe e sanzioni.

Da sempre agli americani invidio soltanto due cose. La prima: hanno tanto spazio per volare e non soltanto. La seconda: per loro l’aviazione è una faccenda normale che fa parte della società.

Da noi no. Qualsiasi cosa abbia a che fare con un aeroplano diventa farraginosa, super costosa, speciale e soprattutto pericolosa al punto di meritare l’applicazione di regole severissime.

Tocca poi al malcapitato “utente finale” dover dimostrare, convincere e come sempre pagare.

Vi voglio rassicurare: nel momento in cui leggete questo articolo la vicenda dovrebbe ormai essere risolta. Il consiglio, comunque, è di controllare sul sito web delle dogane italiane e con il vostro spedizioniere i nuovi codici, per esempio “8807.10” per eliche, rotori e loro parti; “8807.20” per i carrelli di atterraggio e le loro componenti; “8807.90” per altre parti di macchine volanti.

Ne esiste uno dedicato ai cervi volanti, evidentemente ne importiamo ancora, mentre lo “8807.9021” è quello riservato alle astronavi e ai veicoli spaziali. Vedi mai che qualche socio…

Sergio Barlocchetti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Post comment