Diario di un volo bellissimo

(di MIchele Visciglio)

 

 

La preparazione

Ho saputo del Raduno Cap appena la Federazione lo ha pubblicizzato intorno alla fine di Maggio e non nascondo di aver avuto subito la voglia di parteciparvi arrivandoci in volo… il Raduno si svolgerà a Foligno e dal mio campo di partenza sono solo 300km e si può fare!!!

Ma la voglia di volare fin lì era anche frenata dai problemi che un volo del genere presenta: il tempo libero per realizzarlo, l’autonomia del carburante sufficiente, le comunicazioni radio per attraversare gli spazi interessati, l’affidabilità del velivolo, insomma essere in sicurezza per fare tutto senza rischi e pericoli.

La prima cosa che ho pensato di realizzare è stato un serbatoio supplementare per aumentare l’autonomia oraria. Avevo in mente di realizzarlo da molto però per vuoi per pigrizia vuoi per mancanza di tempo non lo aveva mai fatto.

Mi procuro quindi il materiale e comincio a realizzare lo stampo per poi laminare questo parallelepipedo che avrei chiamato serbatoio. Ho pensato di laminarlo a stampata unica, senza giunture per scongiurare eventuali perdite di benzina, cosa che poi ho realizzato.

I lavori sono cominciati alacremente: fatto lo stampo l’ho presentato nell’aereo al posto in cui lo avrei installato e ho visto che ci stavo con gli ingombri.

Ho proceduto quindi alla laminazione e alla asciugatura della resina al caldo, prima in un “forno” auto costruito e poi al sole (l’estate mi ha aiutato…)

A parte una settima di vacanza al mare (ho famiglia), l’estate l’ho trascorsa in hangar a lavorare al mio Colombo.

Dopo aver tenuto il serbatoio pieno di benzina per alcuni giorni in casa verificando l’assenza di perdite e provato che la pompa dedicata avesse potuto trasferire il carburante ad una tanica sistemato in alto su un banco di lavoro, dapprima ho istallato il serbatoio supplementare dietro il sedile con tutti gli accessori, la pompa di travaso e i vari tubi per portare la benzina al serbatoio principale. Poi, valutato che il mio aereo ha una vita operativa di circa 14 anni e qualche segno del tempo, ho pensato di effettuare un up-grade generale.

Ho quindi rimosso la cofanatura motore per riparare alcune spaccature e riverniciarla, lavoro piacevole ma delicato e siccome “l’appetito vien mangiando”, ho valutato altre cose da farsi che descrivo brevemente:

Installata una presa accendisigari per eventuale navigatore-telefono; rifatto gli elastici ammortizzatori nuovi in luogo a quelli originali di 14 anni; realizzate le coperture degli elastici ammortizzatori in finta-pelle rossa per preservarli da oli e fumi di scarico; Installata una antenna esterna per la radio; sostituito l’olio motore e filtro; controllato candele…..(e dopo averne smontata una ho notato che l’elicoide nella filettatura mi è rimasto i mano per cui di corsa a prendere il kit riparazione e sostituire il componente difettoso… non avrei potuto far girare il motore);

controllato e pulito impianto carburante con sostituzione delle parti in gomma; sostituito il parabrezza, si lesiona facilmente purtroppo; sostituite le camere d’aria alle ruote principali; approfondito lavaggio e pulizia di tutta l’aereo oltre che una lucidatura a cera.

Lo so, tanto lavoro e pochissimi voli….ma erano necessari! Gli unici voli effettuati sono stati quelli per verificare il corretto funzionamento del travaso carburante fra serbatoio secondario e principale e eventuali fenomeni sul baricentro dell’intero velivolo. Mi son dedicato molto ai controlli e alla preparazione del velivolo per non avere sorprese poi in aria……ho cercato di preparare tutto al meglio!!!

Come C. Lindberg per la sua traversata, ho scritto e annotato tutto affinché non lasciassi nulla al caso…..e non nascondo che nel mio piccolo mi son sentito un po’ come lui (ndr.)….

Nei tempi non trascorsi in hangar a lavorare, ho pianificata la rotta guardando il percorso, valutando le altimetrie, gli spazi aerei, i campi alternati e tutto quello che occorre per il volo….e non nascondo ripensamenti e scoraggiamenti!!!! Spesso mi son sentito impreparato per affrontare questa “traversata” !!!

Finalmente a fine agosto i lavori sono ultimati e intanto si avvicina la fatidica data della partenza….9 Settembre 2022!!!

L’emozione e l’ansia erano fortissime: non riuscivo a concentrarmi su null’altro se non sul volo e il da farsi, non pensavo ad altro… spesso passavo per il campo anche solo per vedere l’aereo, pensare come sistemare i bagagli da portarmi e…..sognare!!

Il volo………

La partenza era programmata per il giorno 9 settembre, di venerdì , alle 6.30 o appena la luce del giorno avrebbe permesso di vedere il fondo pista per cui , svegliatomi di buon ora, raggiungo il campo volo alle 6,00 circa, ancora al buio della notte…..

Con dispiacere noto che la meteo non è buona, per nulla adatta al volo che mi appresto a compiere. C’è anche un amico che volerà con me col suo aereo che mi raggiunge di lì a poco e anche lui è scettico sulla possibilità di decollare.

Osserviamo intanto il giorno che arriva, osserviamo la meteo e, consultando il Radar interattivo, scopriamo che c’è un temporale in atto proprio …..sulla nostra rotta!!!

Telefoniamo pure il gestore della pista di Alvito (Fr), punto della nostra prima tappa, buttandolo giù dal letto e facendoci dire come sia la meteo lì. Ci conferma che durante la notte è piovuto e che in quel momento pare faccia capolino il sole anche se timidamente.

Nulla da fare: occorre aspettare e valutare con attenzione le condimeteo. Intanto il fatidico temporale avanza, il Radar interattivo ci conferma che viene verso di noi e il morale scende sempre più…..anche se la nostra speranza è che, passata la perturbazione, il cielo si liberi e il sereno ci permetta di decollare.

E così è stato!!!!! Finalmente alle 9,40 dopo una pioggerellina e con le scarpe inumidite dall’erba del campo mettiamo in moto i nostri aerei e decolliamo alla volta del……RADUNO!!!!!

Appena in volo, però, il primo problema: la mia radio non trasmette bene, nonostante avessi installata un’antenna esterna e provata con esito positivo, sento il mio compagno dirmi che sono completamente incomprensibile. Non mi spiego il perché…Provo, riprovo e insisto ma nulla: la comunicazione radio continua ad essere incomprensibile. Nel bagagliaio dell’aereo ho l’antenna in gomma di scorta ma non posso cambiarla in volo per cui decisione immediata è quella di scendere al primo campo utile e sostituire l’antenna.

Dopo 20 min circa atterro a Benevento Olivola, chiedo velocemente una pinza, rimetto il “gommino” sulla radio ed ecco che, chiamato il mio amico in volo, ristabilisco un contatto chiaro ed efficiente.

Ridecollo subito e mi metto in rotta per Alvito.

Il mio compagno di viaggio intanto è avanti e mi aggiorna delle condizioni, mi avverte che c’è una massiccia nuvolosità a bassa quota e che dovremo volare alti. Motore e 5000ft! Questa è la condizione e questo faccio. Ma non è finita qui. Il vento è contrario e, per diversi momenti, leggo sul mio Gps velocità al suolo di 55 km/h addirittura!!!! Urca, non arrivo più….per fortuna ho fatto il secondo serbatoio, anche se impiego più del previsto non mi si spegnerà il motore per mancata alimentazione!!!

Raggiungendo il campo della prima tappa non nascondo che abbiamo trovate diverse nuvole da schivare o sorvolare ma una cosa in particolare ha destata la mia attenzione. Raggiungendo l’ultima catena appenninica da sorvolare per poi raggiungere Alvito, intravedevo in mezzo ad una valle a “V” strettina la pianura ed anche centri abitati ma sulla sommità della valle stessa nuvole basse. Valutando se ci passassi o no, mi avvicinavo alla valle con molta attenzione fino a quando son costretto a virare bruscamente a sinistra per evitare che quella nuvola mi avvolgesse. Se vi fossi andato dentro avrei perso la visibilità al suolo con le conseguenze che si possono immaginare! Appena la nuvola mi passa dietro, posso riprendere la rotta e attraversare la valletta stretta vedendo davanti a me la piana in cui c’è il campo di Alvito, prima tappa.

Son passate poco più di due ore abbondanti di volo ed eccoci in vista del campo. Il sole è ormai alto, son circa le 11.55 e la pista si presenta ortogonale alla mia direzione di volo, chiamata radio, sottovento e atterraggio tranquillo.

Questa tappa è per rabboccare i serbatoi , operazione che compiamo in poco tempo. Però gli amici di Alvito, quando capiscono che stiamo andando a Foligno e vogliamo fare una rotta diretta, ci mettono una “pulce“ nell’orecchio. Ci sconsigliano la rotta diretta che avevamo programmato suggerendoci un volo alternativo per Anagni, Fiuggi, Fiano Romano e quindi Foligno……è più lunga ma più “pianeggiante” secondo loro, quindi prendiamo una cartina , osserviamo il nuovo percorso e a malincuore tracciamo sui nostri navigatori quanto suggeritoci.

Ridecolliamo, salutiamo i nostri amici per radio e io per primo seguo il navigatore impostando la rotta appena modificata. Dopo circa 15 o 20 min il mio amico mi dice per radio che sta tentando comunque il percorso diretto e mi invita a seguirlo, infilandomi in una valle per poi scavalcare le montagne e procedere dritto. Lui, più veloce di me è già passato e avanti la meteo è buona.

Penso che le decisioni vadano prese senza esitazione, viro a destra ed entro nella valle che dalla piana di Sora (Fr) mi porta fra la Avezzano a Ovest e Celano ad Est.

Comincio a salire ma purtroppo dopo poco mi rendo conto che la turbolenza è forte, quasi non tengo l’aereo e nonostante tutto motore dentro, il variometro mi indica 1100 ft a scendere!!!! Non se ne parla: inversione di rotta, faccio un 180 largo e prudente e chiamo il mio compagno per avvisarlo che torno indietro per uscire dalla valle e riprendere la rotta alternativa.

Per uscire da questa situazione e ritornare sulla piana di Sora impiego circa 20 min e poi in condizioni migliori mi dirigo verso Anagni. Riesco a comunicare col mio compagno in radio ancora per poco poi, in assenza di comunicazioni, realizzo che probabilmente è arrivato a destinazione.

Non resta quindi che concentrarmi sul mio volo.

A Est di Anagni mi tengo largo per evitare di sorvolare il campo stesso e, virando verso Nord, supero Fiuggi trovandomi di li a poco nei pressi di Fiano Romano. Valuto il restante tempo di volo, osservo il carburante disponibile, penso che sia prudente fare un ulteriore tappa. Ho perso del tempo per cercare di superare quella valle di cui sopra e il carburante potrebbe non bastarmi a volare in sicurezza fino all’arrivo.

Chiamo Fiano per radio, mi risponde un pilota di un elicottero in esercitazione nella zona e, visto che il campo è libero da traffici, atterro. Non tutti i mali vengono per nuocere, si dice, volevo passarci una volta per Fiano e questa è stata l’occasione giusta.

Mi aspettavo di trovare il gestore, il mio amico Roberto Meuti ma al telefono mi dice che non è li ma che c’è un amico al quale chiedo se gentilmente mi accompagna ad un distributore a prendere 10 litri di preziosa benzina.

Si son fatte quasi le 15,00 del pomeriggio ma la voglia di arrivare a Foligno è fortissima. Anche se son seduto sul mio Colombo dal mattino non avverto la stanchezza, mi allineo in pista e, dato tutto motore, decollo e immediatamente viro verso l’Umbria.

Ancora una buona ora di volo e, evitato l’Atz di Rieti passandoci ad Ovest e Terni attraversandolo ad Est, superate le ultime colline intravedo la città di Foligno…..ci sono allora!!!

Il navigatore mi da circa 15 km all’arrivo, imposto la frequenza dell’Aeroporto 119.55 per fare chiamata radio ma……in frequenza sento una emittente probabilmente FM che trasmette musica e una voce femminile di uno spiker che parla del più e del meno, mi sembrava di capire che si discutesse di cucina..(ndr). Probabilmente mi entra un’armonica di una radio privata! Accidenti!! E adesso come parlo con Foligno Radio???

Intanto avanzo verso l’Aeroporto, la pista è davanti a me e non capisco se da terra mi ricevono o no…almeno io non odo risposte.

Avendo letto le istruzioni per atterrare su quello specifico aeroporto, mi dirigo verso Nord, faccio un 180° per mettermi in sottovento sinistro per la 35 in asfalto, rigorosamente ad almeno 1700 ft come da regolamento, dichiaro che atterrerò per la 35 e chiamo ancora in finale per confermare le mie intenzioni. In effetti faccio una Blind-trasmission come se avessi la radio guasta in recezione. Naturalmente tutto questo con musica disturbata in radio e con occhi aperti su eventuali traffici sul cielo-campo ma per fortuna son solo in volo!

Alla fine del sottovento, prossimo alla virata base mi accorgo che l’aereo non va più dritto, il vento me lo sposta in ogni direzione ed essendo alto non riesco a capirne la provenienza, a quella quota non riesco a vedere dove si “piegano” gli alberi e dato che son lontano, non individuo nemmeno la manica a vento dell’Aeroporto.

Bhe , ormai ci sono e bisogna atterrare! La pista è larga e cercherò di fare del mio meglio.

In finale osservo tutto con attenzione. Ho capito che il vento è dalla mia sinistra, forte e perfettamente al traverso. Non c’è altro da fare dunque che pilotare il mio aereo e portarlo al suolo sano e salvo.

La cosa non si rivela semplice: appena in cortissimo finale diminuisco la potenza per allinearmi e toccare la pista il mio Colombo schizza a destra. Lo riprendo col motore, guadagno qualche metro e ritento. Di nuovo stessa situazione…..tento e ritento ancora. Faccio almeno 5 saltelloni fino a quando riesco a fermare in asse pista il mio destriero. Sembrava un cavallo imbizzarrito, per poco non lo rompevo , il vento forte mi portava verso la pista in erba e se non mi fossi sollevato avrei picchiato con l’elica contro i cinesini facendo danni enormi…..il pensiero di tutto questo non mi rassicurava minimamente!!!

Ma tutto è andato bene: una volta rallentata la mia corsa riesco a tenere la center-line rullando lentamente e liberando, come da istruzioni, per la taxiway “A” a destra raggiungendo il punto rifornimento, prima del parcheggio…..

Vengo pure rimproverato dal signore della “biga!” per il mal funzionamento della mia radio. Mi giustifico spiegando che sentivo musica in radio….ci rimango male perché non penso sia colpa mia….. ma cosa posso farci se certe interferenze disturbano le comunicazioni ?

Però sono a Foligno, in Umbria, ho volato per quasi 5 ore, ho apprezzato il paesaggio e sono finalmente al… RADUNO!!!!!

Ci abbracciamo col mio compagno di volo felici di essere arrivati fin lì…. contentissimi di aver condiviso insieme quest’avventura.

Nel parcheggio vedo alcuni aerei. Incontro alcuni piloti soci Cap , saluto qualche amico e vado pure a cercare amici ai seminari che si tengono nella palazzina Enac. Il pomeriggio passa tranquillamente. Picchetto l’aereo e monto la tenda sotto l’ala in tipico stile avventura.

Arriva la sera e siccome siamo stanchi non andiamo da nessuna parte. Ci intratteniamo con un pilota che ha portato del pane e della coppa di Parma (fornita gentilmente dalla famiglia Tassi) , prendiamo una caffè e una merendina nel distributore automatico e poi a dormire….la giornata è stata entusiasmante ma pesante.

L’indomani fa giorno presto. Alle 7,00 circa il sole scalda e illumina il mio bivacco e devo uscirmene fuori. Vedo qualche arrivo, il vento del giorno precedente non c’è più e gli aerei atterrano tranquillamente. Il parcheggio si infoltisce di velivoli e naturalmente è un bel vedere. Ci godiamo appieno il Raduno, curiosando fra aerei, chiacchierando coi vari piloti e scambiando pareri e curiosità.

Ci sono delle visite guidate fra i velivoli e molti ammirano il mio auto costruito. Mi fa molto piacere ma come ho sempre pensato, la mia vittoria più significativa è stata raggiungere Foligno. Il resto si vedrà.

Ad un certo punto, sorpresa nella sorpresa, girando fra aerei e hangar, incontro amici che vengono da Torino in volo. Non lo immaginavo minimamente! Anche perché mi ribadivano che in quella settimana avrebbero fatta vacanza altrove e non sarebbero venuti al Raduno….ma era una bugia per farmi una sorpresa…a volte fanno di queste cose.

Approfitto della loro ospitalità sotto le loro ali dove hanno messo dei teli per schiacciare un pisolino….che ci sta proprio bene.

E finalmente la Cena Sociale. Momento conviviale che aspetto sempre con piacere anche per un resoconto della giornata e del Raduno. Nell’hangar principale dell’Aeroporto hanno sistemato i tavoli, ne conto oltre 10…ci saranno almeno un centinaio di soci e appassionati, ottima cosa. Un bell’evento!!!

Cena di classe con stuzzichini, antipasti e piatti raffinati fino al momento in cui l’amico Franco Bucci, vicepresidente del Sodalizio, prende la parola e illustra i lavori del Cap, cosa si è fatto, cosa si vorrebbe migliorare e quali norme di ultima pubblicazione disciplinano la nostra attività sia di volo che di costruzione .

Un emozione inaspettata

La suspance cresce quando si passa ai premi.

I trofei sono 3: uno conferito alla migliore costruzione di un Aeromobile, uno alla migliore ricostruzione di un Aereo Storico e il terzo alla migliore costruzione di un Ultraleggero.

Si parte dal Trofeo Rotondi che viene assegnato ai fratelli Marrucci per la costruzione di un Aeromobile piccolo ma grazioso chiamato Twenee-too, monoposto, motorizzato con un Vw e tutto in alluminio.

Il Trofeo Aldinio assegnato al miglior ricostruito va ad un bellissimo esemplare di un Boeing- Stearman di Gianni Carugno, biplano ottimamente restaurato. Aereo imponente con un fantastico motore radiale da 300 Cv , un modello anni ’30 americano…ndr.

E infine il trofeo Caproni che viene assegnato al migliore Ultraleggero che, udite udite… è proprio il mio Colombo!!!!

Non vi dico cosa ho provato in quel momento: una gioia, un’emozione, un piacere che non avevo mai assaporato. Mi premiano e anche in occasione del Cinquantesimo Raduno Cap… un’occasione storica, memorabile!!!

Il comitato mi chiama al tavolo dei premi e mi conferisce il trofeo…. bellissimo! Gli amici presenti mi abbracciano, mi fanno i complimenti e mi dicono soddisfatti…“Hai visto? Una volta è toccato pure a te…”

Sembrava di essere in un limbo, ad un certo punto mi sentivo come isolato da tutte le voci e i rumori di un pubblico che chiacchierava allegramente….

La serata passa nell’emozione e nella gioia più totale. Persino il presidente dell’AeCI Miniscalco, di cui ho ottimi ricordi e considerazioni, mi fa delle domande relative al mio Colombo e asserisce che bisogna spingere il volo verso aerei come il mio, semplici economici e divertenti….almeno per il bene delle nuove generazioni.

Dopo cena porto il trofeo in tenda e fra gli aerei al parcheggio qualcuno ha portato qualcosa da bere….liquorino e chiacchiere fino oltre le 2 di notte….domani dovremmo rivolare al ritorno ma stasera godiamoci l’evento. E che evento!!!!!

Felice più che mai, inebriato dal liquorino e soddisfatto dei discorsi fatti con gli appassionati piloti nel parcheggio dei velivoli, rientro in tenda, mi infilo nel sacco a pelo, guardo ancora una volta il trofeo che è li vicino a me e cerco di dormire, domani la sveglia è alle 5,40 e devo sistemare bagagli e tenda per decollare appena fa giorno. La meteo prevista mette buono e leggero vento da Nord, dovremmo fare un volo tranquillo.

Ma anche questa volta non sarà così.

Il ritorno

L’indomani ancora di notte e con una torcia in fronte, raccolgo la tenda, tolgo i picchetti all’aereo, sistemo i bagagli e aspetto che arrivi la luce. Vedo che anche il mio amico armeggia ai preparativi e lo raggiungo. Notiamo che la meteo non è quella prevista, discutiamo sul da farsi e decidiamo che passeremo lì sulle montagne verso Sud fra le stesse e le nuvole….lì in mezzo c’è cielo azzurro, dovrebbe migliorare….(spero).

Incontro pure alcuni appassionati che si son svegliati presto, scambiamo qualche parola e mi assistono mentre preparo l’aereo e avvio il motore che faccio sempre a lancio a mano dell’elica. Scaldato il motore e fatti i controlli pre-decollo, alle 7,20 in punto manetta e via in aria. Intanto anche gli amici torinesi si son svegliati e mi fanno un breve filmato del decollo. Li saluto con la mano e mi concentro sul volo che mi aspetta…..davanti solo nuvole!!!

Siamo di nuovo in aria e adesso dobbiamo pensare a noi. Valuteremo le cose volando e se malauguratamente non dovessimo poter andare avanti…rientreremo a Foligno.

Passata la prima catena appenninica sotto di noi nebbia! Dalla stessa fuoriuscivano solo le colline più alte. Vabbè penso, magari più avanti sarà meglio.ma nulla. Ogni vallata che attraversavamo era coperta da nebbia, si vedevano solo le colline più alte ed io le guardavo immaginandole come eventuali emergenze, sperando di non doverci atterrare mai!!! Alcune di esse non avevano alberi sulla sommità che pareva pure abbastanza in piano…semmai sarebbe servito lì potevo atterrare sperando in danni minimi. Ma il motore non sa se sotto ha terreno, acqua o monti, per cui ascoltando il suo rombo attentamente (a volte mi sollevavo la cuffia), osservando gli strumenti che mi davano tutti parametri corretti, mi rincuoravo e andavo avanti. Avevamo pure una brezzolina in coda e procedevamo un pochino più spediti. La comunicazione in radio col mio compagno di avventura era sempre la stessa: “Andiamo avanti e speriamo che col sole e la temperatura la nebbia si dissolva, altrimenti dirottiamo verso il mare”.

Ma le montagne passano tranquille sotto di noi e intanto come per l’andata, siamo saliti nuovamente a 5000ft per sicurezza ma nel rispetto delle norme del volo: potevamo volare a quelle quote vista l’orografia del terreno.

Dopo circa un’ora e 30 minuti intravediamo dal’alto che la valle di Alvito è libera da nebbie, via motore e scendiamo. Solito circuito per la 22 e atterraggio tranquillo.

Mi aspettano con le taniche e questa volta facciamo velocemente rifornimento e decidiamo che non c’è un minuto da perdere. Probabilmente la meteo all’arrivo potrebbe peggiorare e bisogna sfruttare al meglio le ore antimeridiane.

Lancio dell’elica, chiamata radio, decollo e subito virata in salita a sinistra per riprendere la rotta di ritorno. Facciamo subito quota e questa volta, attraversando la stessa valletta stretta in cui avevo trovate nuvole basse due giorni prima, impostiamo la rotta diretta per il nostro campo di arrivo.

Il volo procede tranquillo per un po’ ma all’orizzonte vedo sempre quelle nuvole basse. Anche al ritorno mi capita di schivare velocemente nuvolaglie che avrebbe potuto inghiottirmi: virata rapida a sinistra, aspetto che tutto mi passi alle spalle e riprendo la rotta. Quasi mi abituo a questi inconvenienti!!

Sul Molise, più o meno su Isernia sono già a 5000 ft e vedo che davanti le formazioni nuvolose non mi permetterebbero di passare fra la sommità delle montagne e la loro base per cui provo a salire ancora. Manetta dentro e metto l’aereo in salita.

I parametri sono ok, il motore va bene e, quado il muso dell’aereo è sopra le nuvole, finisco per raggiungere i 7000ft!!! Mai fatta una quota simile. È elevata lo so ma sotto abbiamo monti che ci permettono di stare “lassù”. Attraverso il massiccio del Matese, guadagno la valle Telesina con davanti a me la sommità del Monte Taburno e vedo che sotto è tutto libero…… riduco motore e, con un occhio alle temperature, cerco di scendere il più possibile per volare verso il mio campo ad una quota di non oltre 2500 ft….

Abbassandomi di quota trovo una turbolenza fastidiosa che però non mi spaventa affatto: ho volato per ore, cosa vuol farmi un po’ di balletto negli ultimi 20 minuti di volo?

E così la nostra avventura giunge al termine, intravedo il mio campo, circuito sinistro per la 31 e ruote a terra. Parcheggio, spengo il fido motore e mi prendo gli abbracci e complimenti da tutti i presenti.

Si lo ammetto….ho anche dato una bacio sull’ogiva al mio Colombo….se lo meritava tutto…ha fatto del suo meglio comportandosi ottimamente, anzi sorprendendomi per le sue qualità di volo!!!

Anche con un aereo lento si può andare in giro….basta avere pazienza!

Michele Visciglio e il suo fido I-9850

 

 

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