Cari Soci,

alzi la mano a chi non è capitato di essere considerato pazzo nel momento in cui certe persone, non avvezze all’aviazione sportiva e amatoriale, vengono a sapere che ci costruiamo gli aeroplani sui quali voliamo.

Peggio ancora, non è raro sentirsi appellare con termini poco piacevoli a causa dell’infodemia che si scatena sui social ogni volta che un pilota fa qualcosa che non sia decollare o atterrare dalla sua pista nel modo più invisibile.

La cronaca non aiuta: tra imprenditori che cercano di andare a sciare saltando il traffico stradale – ma violando regole – e piloti svizzeri messi alla gogna a causa di alpinisti che attraversano altiporti senza avvertire né far emettere i Notam (ma nessuno ha considerato che anche chi pilotava poteva essersi spaventato e rischiare la vita) – è già tanto che non veniamo perseguiti e da soggetti qualificati appellati come soggetti pericolosi.

E siccome la gente “da social network” non è certo rappresentativa della miglior cultura aeronautica, nelle persone nasce la domanda: a che cosa servono questi aeroplani e questi voli? La migliore risposta, poiché concreta, è nell’iniziativa che il CAP ha intrapreso in occasione del prossimo Raduno nazionale organizzando il Campus estivo per la costruzione amatoriale di velivoli.

Riprendendo una nostra storica attività, dall’1 al 7 settembre prossimi a Voghera si terrà uno stage teorico e pratico di costruzione rivolto ai ragazzi delle scuole secondarie superiori con indirizzo aeronautico. L’obiettivo è far comprendere e consolidare nei ragazzi concetti chiave come l’importanza delle procedure e delle verifiche nella realizzazione di macchine volanti.

A tale scopo la nostra associazione metterà a disposizione parte di un kit d’assemblaggio di tipo semplice e nello stato avanzato, di un velivolo ultraleggero. Durante la settimana del corso, dodici ragazzi dovranno imparare ad assemblare queste parti approfondendo le metodologie.

Se sarà possibile, al termine delle giornate di lavoro si potranno anche fare voli di ambientamento con istruttori di volo. Le attività dei ragazzi saranno indirizzate, guidate e coordinate dai nostri esperti che, ciascuno nel proprio settore di competenza, trasmetteranno ai giovani sia le conoscenze teoriche sia quelle tecniche e pratiche.

Le attività del Campus saranno a carico del CAP che metterà a disposizione degli allievi i materiali, gli strumenti e il personale; saranno invece a carico dei ragazzi il vitto e l’alloggio. Saranno ammessi i ragazzi del quarto e del quinto anno ed anche i neo diplomati che dovranno seguire un calendario fitto: ogni mattina dalle 10.00 alle 12.30 assisteranno alla didattica in aula, nel pomeriggio dalle 14.30 alle 16.30 si dedicheranno alle sessioni pratiche in laboratorio. Infine, meteo permettendo, dalle 17.00 alle 18.30 ci sarà l’attività di volo. Le materie andranno dalla conoscenza del CAP e delle sue attività fino ai tipi di aeroplani; dalle costruzioni in legno, metallo e composito agli equipaggiamenti di bordo, dalla motorizzazione e relativi impianti alla partecipazione agli incontri con gli Incaricati per la Sorveglianza Tecnica.

Ma non mancheranno le visite guidate ai velivoli partecipanti al Raduno e il tempo libero per respirare sul campo l’aria mossa dalle eliche. In questo modo il nostro sodalizio torna ad occuparsi direttamente di cultura aeronautica, a trasferirla alle nuove generazioni insegnando che anche nell’era dell’intelligenza artificiale e dei droni autonomi l’aviazione parte sempre da macchine volanti semplici. Abbiamo un vantaggio: essere costruttori, in qualche modo, può farci acquisire un’immagine migliore, più educata e meglio considerata dalla società perché utile: secondo il colosso aerospaziale Honeywell, a livello globale, la richiesta di personale tecnico aeronautico aumenterà di un milione di posti entro il 2030. E se anche abbiamo contribuito alla formazione di dodici giovani, potremo dire di aver fatto la nostra parte.

Sergio Barlocchetti

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