Cari Soci, una delle leggi dell’industria recita che le aziende possono morire di fame ma anche d’indigestione. Negli ultimi giorni di ottobre il maggiore costruttore americano di kit, Van’s Aircraft, ha pubblicato un avviso che ha fatto sobbalzare migliaia di appassionati. In un breve video Dick VanGrunsven, fondatore e capo progettista dell’azienda, ha dichiarato che a causa di una serie di fattori la compagnia si trova ad affrontare seri problemi di flusso di cassa che devono essere risolti rapidamente per garantire la continuità delle operazioni. Van’s pare vittima di una tempesta perfetta, ha confermato che l’analisi finanziaria è in corso e che verranno prese azioni interne per affrontare questi problemi, ma anche che, inevitabilmente, durante il mese di novembre le spedizioni avrebbero subito ritardi, gli ordini di kit non sarebbero stati elaborati né emessi i rimborsi. Ed anche sospese le visite in azienda e i voli dimostrativi.
In altre parole, l’onda lunga dei problemi tipici del post-pandemia ha afflitto la casa degli RV aumentando i costi, raddoppiando i normali livelli di inventario, rallentando le consegne e messo a dura prova il flusso di
cassa. Il punto è che gli ordini sono aumentati notevolmente e con loro il personale necessario, ma sono aumentati anche i salari (non siamo in Italia) e i costi di spedizione nel frattempo sono quintuplicati. Senza
rendersene conto Van’s stava vendendo i kit sottocosto. Come non bastasse, rimasti indietro con gli ordini di spedizione, l’azienda ha delegato la produzione di alcune parti in alluminio, il che ha aumentato i costi di
produzione. L’unica opzione era quella di far tagliare alcune parti al laser anziché mediante macchine a controllo numerico, ma Van’s a quel punto cominciava a ricevere segnalazioni da parte dei clienti che
stavano osservando cricche ai bordi di alcune forature. Infine, l’uso di un primer di qualità inferiore da parte di un fornitore di alluminio, con conseguente formazione di corrosione su un gran numero di kit di
costruzione rapida, ha imposto la loro eliminazione aumentando ulteriormente la produzione per sostituirli.
Con un esborso di milioni di dollari. Speriamo che mentre questo giornale va in stampa la situazione sia migliorata, tuttavia è fortemente probabile che i prezzi dei kit aumentino ancora.
A parte darne questa notizia, che tocca non pochi costruttori italiani, essa ci insegna che una crescita non del tutto consapevole di ciò che sta accadendo nel resto del mondo può distruggere in modo silenzioso e
subdolo i delicati equilibri che fanno funzionare un’impresa o un’organizzazione.
E siccome il CAP sta  crescendo ancora, e con il Sodalizio anche i doveri e i costi derivanti dalla nostra attuale forma, l’assemblea dei Presidenti del 4 novembre scorso ha affrontato sia i temi di bilancio (approvato all’unanimità), sia quelli relativi a piccoli cambiamenti all’interno dell’Associazione. Alcuni dettati da ciò che accade nel mondo, altri dalla prossima entrata in vigore della legge del Terzo settore e della riforma delle Associazioni senza scopo di lucro. Nel momento in cui scriviamo non abbiamo certezza dei tempi se non una generica scadenza del “31 dicembre”, ma il Direttivo ha già messo in conto di rivolgersi a professionisti della fiscalità per trovare l’assetto per noi più idoneo. Tra le iniziative del 2024 ci sarà anche un’informazione più dettagliata riguardante le nostre procedure interne rivolta ai nuovi e vecchi soci, i quali devono conoscere bene la modulistica, le procedure e le pratiche che sottopongono ai loro IST, in modo che questi ultimi possano effettuare un controllo dettagliato che si tradurrà in un miglioramento dei tempi d’attesa per i documenti di volo. Purtroppo ENAC non ha più personale esperto con competenze di omologazione nel settore dell’aviazione generale e quindi si concentra sul controllo – a volte un po’ pernicioso – di quanto viene
scritto. Così è sufficiente che in una pratica sia indicata una data ripetuta ma sbagliata (un numero o una lettera che non corrispondono) per bloccare l’emissione del Permesso di Volo. Con ENAC proseguono
comunque gli incontri per migliorare la situazione e si sta lavorando per chiarire talune aree grigie che causano incomprensioni. Un esempio è il concetto di “modifica maggiore” dell’aeroplano e talvolta la necessità della riemissione di un Permesso di Volo di collaudo. Intanto l’11 novembre scorso si è svolto presso il CAP Toscana il primo incontro di aggiornamento tecnico per gli IST, i quali tra teoria e pratica si stanno  preparando per possedere una preparazione standardizzata e consona alle procedure della Q.E. Uno status che troppi criticano ma che nessun altro finora ha raggiunto.
Sergio Barlocchetti

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