Cari soci, durante i mesi estivi il settore dell’aviazione leggera e sportiva ha dato buoni segnali di ripresa.
Tanto per dare qualche numero, l’associazione dei costruttori di mezzi per aviazione generale (Gama) ha registrato, nel solo segmento dei velivoli a pistoni, in incremento dell’11,4%. Dopo l’Airventure di Oshkosh anche per le vendite di kit di costruzione c’è stato un aumento del 5,4% e il riflesso nostrano di quanto accade lo vediamo anche nella crescita delle richieste di sorveglianza tecnica che giungono al Club Aviazione Popolare.
In ambito globale, a questo fenomeno si aggiungono sia l’arrivo di nuove tecnologie, sia le proposte di emendamento che aziende e associazioni americane hanno proposto per la LSA, con meno limitazioni operative e un ulteriore aumento di peso massimo consentito.
Sul piano prettamente tecnico, in California è stato recentemente pubblicizzato un elicottero leggero e biposto (si chiama Atrx-700, ma deriva dal vecchio kit della Rotorway), che ha i comandi Fly by Wire, ovvero non possiede più collegamento meccanico tra comandi in cabina e parti mobili come il passo ciclico, il collettivo e la pedaliera. A fare tutto sono impulsi elettrici e algoritmi, con buona pace dei comandi fisici e  sdoganamento di quelli scritti nei software.
La rivoluzione è possibile sotto l’ombrello delle nuove norme denominate Mosaic ( Modernization of Special Airworthiness Certification proposal ), delle quali trovate tutto online sul sito della FAA. Inevitabile, quindi,
che presto qualcuno applicherà questa esperienza alla pedaliera di un velivolo a tre assi, ovvero partendo dal comando più facile ma al tempo stesso importante, sfidando quindi l’arretratezza della normativa attuale.
Come non bastasse, chi è stato all’Aero 2023 di Friedrishshafen avrà visto quel dispositivo elettronico in grado di proiettare su uno speciale paio d’occhiali i dati di volo provenienti dal PFD, in modo che davanti agli occhi del pilota di qualsiasi mezzo possa apparire uno Head-Up Display a costo (molto relativamente) contenuto.
Mi limito a questi due esempi per sottolineare che per spingere le Autorità aeronautiche nazionali a considerare delle novità occorre certamente che queste siano accolte in modo positivo – vorrei poter scrivere  entusiastico, ma sappiamo che l’Italia non è un Paese per aviatori – ma prima ancora che esse vengano proposte in modo serio. E su quest’ultimo punto la nostra associazione può, e deve, lavorare. È vero che appena può la nostra ENAC rimbalza le questioni su EASA, ma è altrettanto vero che a Colonia certe cose si lasciano fare ma non si dicono, si lasciano, cioè, in quella zona grigia che permette ai regolatori nazionali di far finta di non vedere o, come spesso capita da noi, di proibire a priori applicando nel nome della sicurezza il principio in base al quale “col si t’impicci e col no ti spicci”.
Fateci  caso, ma con velivoli ricompresi nell’Annesso 1 della CE1139/2018 in Francia si fa scuola di primo periodo; con gli LSA negli USA si fa addestramento al volo strumentale seppure in condizioni di volo a vista e presto sarà possibile anche fare alcune operazioni – non tutte – di lavoro aereo. Dunque, anche se ENAC vuole occuparsi sempre meno del mondo dell’aviazione generale, sul piano tecnico e di tendenza il confine tra aviazione amatoriale e resto dell’aviazione si sta sempre più assottigliando, al punto che non è difficile prevedere che presto qualcuno di questi risvolti possa dover essere affrontato anche dal CAP. E qui serve cominciare a decidere che cosa sarà l’associazione nei prossimi anni, se vorrà occuparsi soltanto di “Annex 1” non commerciali, oppure se vorremo poter espandere le nostre attività per poter affrontare le nuove sfide e tecnologie. Ma se la scelta sarà la seconda, giocoforza il volontariato non potrà più funzionare e la stessa rapida evoluzione che vediamo nell’avionica dovrà essere affrontata da tutto il sodalizio.
Il rischio, da un lato, è quello di fare la fine di chi non sapendo adattarsi, scompare. Dall’altro, di abbandonare per sempre ciò che rimane del romantico Club di appassionati. Peggio ancora, restare fermi e far finta di nulla sperando.
Sergio Barlocchetti

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