TROFEO DAMIANI 2025

 

Dopo molti anni di assenza , finalmente quest’anno il CAP LOMBARDIA ha riassegnato il TROFEO DAMIANI.

Per chi non lo abbia conosciuto Benedetto Damiani era un entusiasta del volo e con il suo VaryEze I-ETTO non perdeva occasione per esplorare.

Ricominciamo da Lucio che con il suo volo verso est ha raccolto la sfida e meritatamente si è portato a casa questo premio.

Condividiamo con voi il racconto del suo volo, sperando anche che questo sia di stimolo per il 2026 a partecipare a questo importante ricordo.

GITA A BUDAPEST

Questo racconto è scritto per partecipare al trofeo indetto in memoria di Benedetto Damiani – Aviatore scomparso che non ho mai avuto il piacere di conoscere ma, da quel che mi hanno raccontato, era un accorato Aviatore viaggiatore- . Di seguito riporto cronologicamente il mio viaggio a Budapest, così come l’ho realmente vissuto, con l’orologio sempre davanti agli occhi per i tempi strettissimi a disposizione -ecco il motivo della cronologia oraria- e mettendo l’accento sulla pianificazione ed organizzazione dello stesso, che spesso sono le parti più delicate e faticose dell’intero viaggio.

Con questo racconto desidero trasmettere il piacere provato ,dalla prima all’ultima ora di questa bellissima esperienza, nonostante qualche imprevisto in quale ha richiesto la presa di decisioni immediate ma sempre ragionate e responsabili. Ma questo è, con le nostre “creature”, il nostro gradito mestiere.

I nostri aerei autocostruiti, rispecchiano un po’ ciò che siamo; pertanto, non voglio nascondere qualche nota emozionale senza la quale… che voli sarebbero?

I protagonisti:

Il sottoscritto Aviatore

Il “Blue7” , splendido Van’s RV-7, biposto affiancato di colore Blu intensissimo, assemblato da me (con la preziosa collaborazione famigliare) con cura e passione… in garage!

Mercoledì 11 Giugno 2025

03:40 sveglia

Mi sveglio senza motivo, cerco di acquietarmi ma nulla da fare, sono ancora intriso di adrenalina prodotta da un bel cammino terminato da qualche giorno; è come se le gambe, non paghe dei 130 Km percorsi su e giù per l’Appennino Tosco-Emiliano, ne volessero ancora; ma questa è un’altra storia…

Decido di alzarmi cercando di non svegliare nessuno, mi accomodo sul divano e, anche se un po’ inebetito, realizzo che non è solo una questione di gambe, ma… anche di “ali” . Ma certo, ora ho capito, si chiama astinenza da volo! Ehhh già, sono diversi giorni che non stacco l’ombra da terra, ergo.. qui ci vuole qualcosa di frizzante e coinvolgente, purtroppo i consueti amici di avventura in questo periodo non sono disponibili, mi auto-sprono con un energico “dai dai, altro che dormire, inventati qualcosa” in perfetto spirito home builder.

04:00

Riconquistati i sensi dell’intendere e volere, afferro il tablet e mi metto subito alla ricerca di una meta che possa combinare volo e turismo, le mie più accese passioni che cerco di svolgere con il mio aereo “fatto in casa” .

Quindi, col device in mano, apro l’app SkyDemon, che è il software di navigazione VFR più usato e che da qualche anno ha sostituito le vecchie cartine (di quelle ne ho ancora una quindicina di Kg ); senza il quale non sarebbe quasi più possibile volare VFR senza fare incursioni involontarie

– chiedetemi perché lo so -.

Davanti allo schermo con l’intera EU aeronautica sotto gli occhi l’attenzione si rivolge ad EST dove è da un po’ che vorrei fare un giro. Purtroppo ho pochissimo tempo, oggi è già mercoledì e sabato sera e domenica ho impegni inderogabili presi da tempo…. il Weight s Balance famigliare va rispettato come sull’aereo o forse più ; quindi, ho solo oggi per organizzare tutto e preparare il Blue7.

Mi attacco a tutti i siti meteo che conosco e studio le forecast dei prossimi 3-4gg in EU, sembra ci sia un’alta pressione in tutta Italia, Slovenia, Austria, Ungheria, Romania e di Balcani tutti; anche il resto d’Europa non sembra male, con qualche eccezione di poco conto; ciò nonostante l’occhio mi cade ad Est con una sorta di attrazione fatale verso l’Ungheria. Inoltre, tenendo conto che se voglio visitare come si deve una città, dovrò limitare il volo ad una sola tratta, altrimenti i tempi tecnici/morti eroderebbero troppo i tre giorni di tour, a me piace “assaporare il momento” senza la sindrome della ritornite.

Ad attrarre ulteriormente l’ago della bussola verso EST, ci si mette anche un ricordo di alcuni fa; durante un viaggio a Maribor (SLO) rimasi affascinato dall’essere così vicino al confine con l’Ungheria che mi ripromisi di valutare un tour da quelle parti, inoltre storie di amici di avventura, più “navigati” di me, raccontano di quanto fosse bello e semplice volare nell’est Europa… non ho più dubbi, la ricerca si ferma sulla capitale ungherese: Budapest.

È arcinoto a tutti che si tratta di capitale europea meravigliosa (ma quale non lo è?) piena di fascino e storia, inoltre non l’ho mai vista quindi, tutta da scoprire sgambettando a volontà; e poi c’è il bel Danubio Blu, ehh? ma certo, Danubio Blu Blue7 ^·`´v direi combo perfetta, inoltre è la meta giusta anche per distanza, “solo” 450 miglia.

05:30

E qui comincia il “bello”, non conosco nessuno a cui chiedere info su dove atterrare, e poi a quest’ora… (cavolo son quasi le 6 del mattino) beh, non importa faccio da solo come sempre.

Prima di tutto identifico l’aeroporto di arrivo che abbia le caratteristiche giuste, ovvero che ci sia AvGas, magari Hangar, servito da mezzi pubblici e che sia almeno General Aviation friendly.

Trascorro un tempo infinito a leggere le recensioni degli aeroporti minori intorno alla città e finalmente mi convinco che quello giusto è Budaors LHBS, sembra avere tutti i requisiti che mi interessano, studio tutta la pubblicazione sul loro AIP e sul Sito Web, questo purtroppo è solo in ungherese -santo traduttore on line- ; come ormai quasi ovunque richiedono il PPR, qui per fortuna è compilabile on line su un form in inglese; però per questo non è ancora il momento, devo prima pensare alla rotta, agli orari, agli alternati, agli spazi da attraversare, le quote… insomma tutta quella parte pre-volo che mi piace fare con cura mettendomi anche un po’ nei panni dei controllori ai quali darò “fastidio”.

06:30

La famiglia si sveglia e… capisce (grande plus), poco dopo sul bracciolo del divano compare una tazza di caffè nero, un sorriso… continuo il mio lavoro.

Sulla cartina digitale traccio una rotta diretta -Dio quanto è facile con l’elettronica- ma mi accorgo che da Vigarolo (Lodi) , con partenza in un giorno feriale, passare a nord di Venezia con le zone di lavoro di Istriana ed Aviano, mi sembra un “andarsela a cercare”, quindi opto per un bel Vigarolo-Chioggia VOR (CHI) quindi un confine di stato IT-SLO (TUTIV), evitando di entrare per un pezzettino in Croazia, così “rompo” solo al controllo sloveno ed ungherese, poi prua Est- Nordest attraverso tutta la Slovenia sino al confine con l’Ungheria (DILMO) e da qui ancora Est fino alla meta, nel cuore dell’Ungheria.

Sono tentato per un diretto dal TUTIV (punto d’ingresso in H) a Budaors ma vedo che sul versante nord-nord est del lago di Balaton c’è una “TRA” (Temporary Rescue Area) ed altre “R” zones attive nei giorni feriali, meglio evitare, decido di passare sul versante sud del lago e mi vien bene anche per un bell’aeroporto alternato Sofok/Kiliti LOSK, c’è benzina e possibilità di alloggio in caso di pernotto. La durata del volo, percorrendo questa rotta, è stimata in h3:05. Voglio sfruttare al massimo le ore di luce ed arrivare prima possibile; perciò decido di decollare l’indomani (giovedì) all’alba, magari anche prima.

08:20

Anche in Ungheria sono le 8:20, aspetto ancora una mezzoretta prima di attaccarmi al telefono, nel frattempo visto che: meteo ok, info varie raccolte sembrano tutte OK, adrenalina a 1000.. direi che si può fare.

Verifico le effemeridi di Vigarolo per il 12 Giugno l’alba è alle 03:58z , decido di sfruttare i 30’ di crepuscolo e programmo il decollo alle 03:30 zulu; ora, con gli orari definiti, compilo il PPR stimando l’arrivo entro le 07:00z (06:00lt) h3:30 di stima a fronte di 3:05 di volo mi danno un buon margine per partire con qualche minuto di ritardo o arrancare in caso di vento contrario.

Ricontrollo tutto tre volte, fa caldo, sono settimane che non si muove foglia, mi fermo un attimo e prendo fiato quindi… Enter; PPR inviato!

Mi alzo, sgranchisco le gambe, chiacchiero ma ho la testa solo lì, in quel volo e in quel tour della città che non ho ancora organizzato ma che voglio fare cercando di evitare i percorsi di massa; una cosa alla volta, intanto la prima è fatta.

06:30

Ora che sono “partito”, mi sento più rilassato e continuo a programmare con ancora più slancio; inizio col telefonare all’aeroporto di Budaors per sapere se hanno ricevuto il PPR e per conoscere disponibilità e costi di AvGas e Hangar; una signora gentile verifica al volo -sento che parla con un portatile- col personale di rampa e mi conforta dandomi le indicazioni che cerco e confermando la disponibilità del posto al coperto. Vitto ed alloggio per l’aereo ci sono; ora siamo entrambi più tranquilli.

Però, sembra proprio come diceva il mio amico: “nell’Est EU, si vola facile e bene”.

Chiamo anche il gestore/proprietario dell’aeroporto alternato di Kiliti, siccome ho letto del PPR anche lì, in caso di diversione non voglio trovarmi in panne -come accaduto a qualcuno in Grecia che, ripiegando verso l’aeroporto alternato anche sì inserito nel FP, ma arrivando senza PPR, si è visto addebitare cifre folli di handling e tasse… anche no grazie- ; così spiego al gestore di Kiliti la mia improbabile ma esistente necessità, dall’altra parte trovo, ancora una volta, un’altra persona che mi informa, che in caso di atterraggio alternato sul “suo” campo, non necessito di PPR, mi chiede solo le marche del mio aereo, “just in case” e mi ringrazia per la telefonata. Grandioso!!

Adesso che ho stabilito la rotta con tutti i punti di sorvolo, di attraversamento dei confini etc. compilo il Flight Log cartaceo per il cosciale -è una pratica che mi aiuta a memorizzare il volo nel suo complesso- con tutti i dati di prua, distanze, stimati, frequenze, consumi; l’avere quel “pezzino”, mi aiuta in caso di… a rimanere consapevole di dove sono ^

11:00

Dove dormo? Budget? Mezzi pubblici? Tutte cosa da tenere in conto, non ho molte pretese ma, a chi non piace un po’ di comodità?

Dai dai, vediamo la mappa della città, le linee dei mezzi e, cerca e ricerca… dopo oltre un’ora ho trovato la giusta location (vedrò poi all’arrivo quanto giusta sarà), un Hotellino quasi centrale ma non troppo €€, a circa 500mt dalla metro… si si va bene; prenoto sul loro sito e cinque minuti dopo li chiamo per verificare che la prenotazione sia andata a buon fine…

Beh, direi che sono a buon punto, ora posso andare al campo e verificare che il “Riccio” sia a posto (Riccio? Eh eh si, “Riccio” è l’altro nomignolo del mio RV7; glielo diede mia moglie quando, durante la costruzione, la fusoliera era imbastita con mille cleco che sembravano tanti piccoli aculei di Riccio, da lì il quest’altro nik).

Alt! Prima di andare al campo, devo anche organizzarmi con un tour guidato, magari in italiano, che mi possa svelare i segreti della città e fare un po’ di pappa pronta.

Mi attacco alla rete e dopo un bel po’ di opzioni, inciampo in un tour operator che mi “ispira” più di altri, c’è un numero WhatsApp, scrivo senza tanta speranza… la risposta arriva dopo poco, ci sentiamo al telefono e parlo con Alessandro: è un ragazzo barese che vive a Budapest da anni, giornalista ed interprete, gli spiego che sono stretto con i tempi e cosa voglio fare, ci accordiamo subito e ci diamo appuntamento presso il mio hotel (lui sa dov’è) per il giorno successivo, verso le 6:30. Nel caso ritardassi mi aspetterà in attesa di una mia chiamata. Cosa voglio di più?

12:30

S’è fatta ora di pranzo, rimando al pomeriggio le operazioni sull’aereo, sono quasi nove ore che sono impegnato nell’organizzare questa avventura; ora che la tensione si allenta ed il post pranzo si prende la sua dose di riposo, devo fermarmi almeno un po’, mi sento come se avessi vangato tutta mattina.

15:00

Caldo bestiale e ancora quella foschia proveniente dagli incendi del Canada che da giorni sovrasta mezzo globo, speriamo che domani, in quota sia meno fitta.

Arrivo al campo volo durante i controlli vedo che l’hobbs segna 778.5,ne mancano oltre venti ore di esercizio prima del prossimo cambio olio, in questo tour ne volerò sei o sette… quindi sono a posto.

Scofano e do un’occhiata da vicino e tutto appare normale, rimonto i cofani, livello l’olio motore e decido che per la benzina posso aspettare domattina, cosi evito l’aumento di volume e relativa fuoriuscita dai vents; preparo un paio di quarti d’olio, la borsa dei ferri con qualche ricambio basico, tacchi e picchetti (non si sa mai), cover per l’overnight, cavi avviamento emergenza e… cavolo basta!! mica posso portarmi tutta l’officina.

Una bella lustrata generale… adesso sì che son davvero cotto (lavare un aereo, e neanche tanto di fino, è come lavare tre automobili).

18:30

Rientro a casa, il pensiero che da lì a poche ore sarò di nuovo in pista, annulla o quasi la stanchezza; a cena riesco ad essere quasi normale ma dentro tutto bolle… inoltre devo ancora inviare il FP e dare un’occhiata al trasferimento dall’aeroporto al centro.

20:00

Sono alle battute finali. Compilo il FP con decollo alle 03:30 zulu (05:30 lt) adoro decollare a quell’ora, lo invio con SD (comodità senza confini), attendo circa mezz’ora e chiamo l’ARO di Milano e anche quello di Budapest (Hungaro Control) , entrambi confermano la ricezione; Benissimo; ora posso davvero giocare con la mappa della città, il tour organizzato con Alessandro (la guida) sarà un giro a piedi non standard di Pest terminato il quale… ci penserò; non si può programmare tutto.

Preparo un mezzo trolley con l’indispensabile, le previsioni sono di SOLE e caldo quindi solo cambi veloci e leggeri; un solo paio di scarpe, quelle ai piedi e via. -quando faccio così ringiovanisco ·´`^v

21:30

Warning, tutte le spie rosse sono accese, anche se il campo dista appena 10 minuti da casa, punto la sveglia alle 03:30, i riti del mattino hanno i loro tempi.

Sono arrivato…zzZZ… game over.

Giovedì 12 Giugno 2025

03:26

Un minuto prima che la sveglia “rompa” il sonno di tutti, la disattivo. Un caffè, una chiacchiera ed un bacio mi accompagnano alla porta.

04:45

Salgo in auto e, por essendo ancora buio pesto, il fumo canadese accennato prima c’è ancora, come una foschia pesante avvolge tutto, al momento non mi preoccupo, valuterò la situazione alle prime luci dell’alba.

05:00

Apro l’hangar ed ecco il Blue7 in pole position, lucido fiammante, anzi Bluemmante, sistemo il piccolo bagaglio dietro i sedili, l’insostituibile zainetto ben legato al posto del passeggero, trasferisco il file dirotta dall’App SkyDemon ai GPS dell’EFIS e dal Garmin665(i miei sistemi di navigazione) così ho tripla ridondanza di “guida”, mentre la copia cartacea finisce sul cosciale.

Spingo l’aereo con la barra di manovra (è leggero come una farfalla) sino alla pompa di benzina e rifornisco a tappo; nei serbatoi dispongo di 150 litri di AvGas utilizzabili; solo a bordo e con quel poco bagaglio, il computo del Peso e Centraggio mi consente di atterrare a zero fuel senza uscire dall’inviluppo previsto.

Consumi ed autonomia, li calcolo considerando un consumo molto conservativo di 35 lt/h (di solito in cross country ne consumo 28-30) , mi garantisce h3:50 di volo + 30’ di riserva.

Un computo più realista di 30 lt/h corrisponde a h4:30 + 30’ di riserva. La tratta è di circa 440NM che a 150 Kts si copre in circa 3h, consumo stimato 60 litri… enghenghe!! – definizione di compiacimento – ci siamo.

05:25

Controlli pre-volo eseguiti, umidità al 1000% con 22° C a quest’ora; il risultato è che sono già tutto bello piccico. Speriamo di far quota in fretta.

Scatto una foto al Riccio nella luce del crepuscolo mattutino, adesso però muoviti “ragazzo”, è ora di andare!

La visibilità orizzontale è di circa 2-2.5km, quella verticale consente di vedere le stelle, si può decollare.

Indosso il “Blue7” come un vestito, le mani e le dita si muovono da sole, un “via dall’elica” solo pensato… brummm, i fluidi iniziano a scorrere dove devono, le spie si spengono, suona tutto accordato perfettamente, ora posso calzare le cuffie che mi aiutano a lenire gli assordanti decibel prodotti da questo magnifico strumento composto da quattro grossi pistoni, (ognuno da 1500cc) che battono in una cassa armonica di alluminio.

05:33

Una chiamata radio fatta “all’aria” per rullare, allineamento per pista 16, tutti sistemi sono On e settati, prova motore, comandi liberi, tutto è in arco verde…

05:43

Take OFF Power, Power set, una corsa di circa 250 mt e hop, finalmente sono nell’aria ^^-.

La visibilità, nonostante la quota che aumenta ad un rateo di quasi 1000 ft/min, non sembra migliorare al rateo sperato, però si vede il terreno e c’è sempre più luce, la tengo sott’occhio e proseguo verso il primo punto di navigazione, il DORIN (Cremona), al limite del “D” , il CTR di Verona (controllato da Milano Radar), raggiungo i 2500 ft e tutto rimane uguale, le minime di visibilità ci sono anche se non è proprio così limpido come speravo; comunque si può volare.

Chiamo il FIC per attivare il piano di volo… una, due, tre volte ma nessuno risponde… -mhh molto strano, non è che ho la radio che non funziona?-

Inizio a pensare che questo potrebbe essere il “secondo anello” (il primo è la visibilità non ottima) , di una catena che non mi piace…

Ragiono un attimo, un rapido controllo alla frequenza impostata -è giusta- , ai “CB” -tutti dentro- quindi riprovo con la Com2 ma nulla da fare, nessuno risponde e ovviamente, non c’è nessun’altro in frequenza.

Il DORIN è a 8’ dal decollo, ne sono passati 4’, decido di contattare il Radar per fugare l’avaria radio che, se confermata, non mi resta altro che rinunciare a tutto e rientrare, così il lavoro febbrile di un’intera giornata sarà buttato al vento.-ehh no non può essere, devo pensare positivo ma anche esser pronto a qualunque decisione-

Appena “flippo” sulla 135.600 sembra di essere al mercato ortofrutticolo, Rayan, Volotea, ed altri si sentono perfettamente comunicare con l’ATC, tiro un sospirone e senza perder tempo chiamo il controllore incrociando le dita, attendo meno di un secondo e: “I-NLCM go head…” – YEAAAA le radio funzionano perfettamente!-

Racconto tutta la pappardella e chiedo la cortesia di attivare Piano di Violo in quanto Milano Informazioni non riceve/risponde; il controllore, gentilissimo, mi illumina dicendo che il servizio FIC inizia alle 04:00 zulu (ora sono le 3:50 circa); rimango un po’ allibito ma non mi preoccupo più di tanto, la cosa importante è che la radio funziona perfettamente e quel maledetto “secondo anello” si stia dissolvendo come un ologramma, inoltre dopo un minuto ecco l’altra bella notizia, “I-NLCM cleared to OSTEG (zona Legnago) and climb FL100” welaaa che lusso.

Ora tutto prende un’altra piega, gli impianti sono ok, salendo la visibilità orizzontale migliora decisamente, sono fuori da quella lattiggine, un po’ meno bella quella verticale, ma si vede comunque il terreno. In meno di 10’ sono al livello assegnato, AP ON e inizio a rilassarmi con un sorso d’acqua, sono vigile come non mai, ascolto tutti gli altri traffici, li osservo sul Flarm, ascolto i rumori del mio aereo, tutto fila liscio come l’ala in quell’aria fresca a quella quota. La sonda di temperatura esterna (OAT) segna 8°, quasi quasi apro un cicinin il riscaldamento…

In men che non si dica divoro le 54 NM che mi separano dall’uscita dello spazio controllato di Milano, l’hand off è con il FIC di Padova al quale ripeto le intenzioni e la rotta e chiedo, qualora fosse possibile, di “tagliare” il VOR di Chioggia con un diretto al confine di Stato (Treviso); rimango in attesa e dopo un paio di minuti… “I-CM contact Padova control 118.600” , contatto il nuovo ente e vengo autorizzato come richiesto: Meglio di così?

E’ quasi un volo IFR, tutto scorre liscio come l’olio, sono decisamente sopra quella “pappa” ed il sole brillantissimo, che ormai è completamente fuori dall’orizzonte, è accecante; sorvolo la laguna che si intravede a malapena, passo due miglia a sud di Venezia city; Grazie per la scorciatoia Sig.Controllore.

Ore 07:15 circa

Raggiungo il confine con la Slovenia in 1h30’ dal decollo, sono a metà strada ed il fuel computer dice che ho consumato 45 lt (30lt/h) salita compresa. Ottimo!!

Il controllore Sloveno di Ljubljana Radar, dopo i saluti e le presentazioni di rito, è una signora sbrigativa ma chiara al limite dell’incredibile… “I-NLCM clear to DIMLO (direttamente il confine ungherese) maintain Level100, CIAO (in Italiano)”; rimango piacevolmente sbalordito – una sola autorizzazione per attraversare l’intero Stato-; ringrazio ed eseguo. Alla faccia del KISS (facciamolo breve e semplice)

Appena passato il confine la visibilità verticale migliora leggermente, riesco a vedere la Capitale Slovena.

I GPS mi indicano un tail wind costatedi 7-8kt se filo con una GS di155-158Kt sed un FF di 26- 27lt/hinLOP; che dire? Attraverso l’intera Slovenia in circa 50’.

Ore 08:10

Ecco che, una decina di miglia prima del confine con l’Ungheria, la gentil signora mi chiama dandomi la nuova frequenza radio da contattare, quella del controllore Ungherese “Budapest Information” (il FIC con funzione anche di FSS nazionale Ungherese) il quale mi domanda che la rotta passi dal VOR di Sagvar SVR così da NON interessare le zone a nord del lago Balaton; come previsto in pianificazione, nei gg feriali quella è zona off limits, e chiede di scendere a 6500 ft Qnh 2022, cosi da rimanere in spazio “G”; confermo la rotta e scendo a 6500 con nuovo setting dell’altimetro.

Purtroppo , ed era prevista, una copertura (questa volta sono nuvole) ricopre quasi per intero il lago di Balaton; mi perdo lo spettacolo, ma riesco a vedere l’ultimo pezzetto dove l’istmo della costa nord si protende verso quella sud e vedo anche il mio “alternato” Kiliti LHSK, gran bel posto, me lo segno.

Sono davvero contento, immortalo con qualche scatto quei momenti di grande piacere.

Ormai manca poco, il controllore mi chiede di iniziare la discesa per presentarmi sotto i 5500ft entro 15NM, giù il muso ed eseguo; sono veloce e raggiungo i 5500 al pelo… e per evitare di stare ancora al limite, proseguo la discesa sino a 3500 che sarà lo step successivo da lì a poche miglia. Nel frattempo, tutta la visibilità è migliorata, è CAVOK a perdita d’occhio, il cielo è Bluissimo e fa un bel caldo, anche perché, mannaggia, ho dimenticato di chiudere il riscaldamento.

Sono ad una decina di NM dall’arrivo, individuo la piana verde di Budaors LHBS, chiedo il cambio frequenza che subito mi accordano ma con raccomandazione di NON entrare nello spazio “C” che inizia appena ½ NM più a EST dell’aeroporto, mi attengo alle restrizioni e switcho sulla frequenza di destinazione.

L’operatore dell’ATS sembra mi stesse aspettando, mi indica che la pista in uso è la 27e di riportare il sottovento…il finale…;un attimo, come la 27? sulla mappa c’è la 27L e 27R quale 27intende?

Rispondo che riporterò in finale 27L, -da quel che ho visto in pianificazione è pista la principale- viro in finale e…. , la 27L mi sembra la 27R, appena a sinistra, quella che dovrebbe essere una taxiway è impegnata da un aereo allineato e pronto al decollo ma in attesa… -son certo delle sue intenzioni perché ho sentito il dialogo in inglese alla radio- com’è sta storia; rallento con full flap e osservo bene, mi convinco di esser esattamente allineato sulla 27L ; la 27R si percepisce appena, sembra un grande campo non sfalciato e la segnaletica di entrambe le testate L e R è assente; sono appena percepibili le tracce dei “cinesini” della 27L; per un attimo penso di riattaccare, ma son certo di quel che faccio e decido di continuare l’avvicinamento così; riporto il “finale27L” sento un “roger” con consuete informazioni sul vento.

08:36

Atterro usando solo il primo terzo di pista, un po’ sconnessa, ma ho visto di peggio; supero di poco il primo raccordo quindi rullo sino in fondo, libero a fine pista e parcheggio, come istruito, sul prato.

Da lì a poco vedo un altro Cessnino che decolla da quella che pensavo fosse una taxiway ma che forse è la vera 27L; a questo punto sono confuso; tutto mi fa pensare di essere atterrato sulla 27R. Però non sono affatto convinto, c’è qualcosa che mi sfugge…

Spengo e annoto i tempi ed i consumi, 2h57’ di volo e solo 81 litri consumati; meglio del previsto.

Si avvicina un operatore di rampa e dopo qualche parola in “Hungrish” ci capiamo, si allontana e torna col trattorino per trainare il Riccio in hangar.

Nel giro di 10 min sono in cammino verso l’ufficio “C”. Una palazzina a pianta circolare che vista dall’interno, sembra un carcere Soviet, con porte in metallo tutte uguali, senza cartelli (in realtà ci sono ma piccoli piccoli), vago spaesato per un paio di piani e alla fine un’anima pia capisce e mi indirizza alla porta giusta.

Trovo la signora sentita il giorno precedente al telefono, mi saluta cordialmente (non è scontato) e mi chiede conferma della data della partenza indicata nel PPR e, visto che la partenza sarà nella mattinata di sabato (sabato e domenica gli uffici sono chiusi), mi chiede gentilmente di pagare in anticipo le tasse ed il ricovero al coperto, mentre la benzina la

pagherò all’operatore di rampa, sempre presente, dopo il rifornimento. (poi scopro che in caso di movimenti nel WE, è comunque possibile pagare successivamente con bonifico, la nota spese arriva sulla e-mail indicata nel PPR)

Tutto chiaro, semplice e anche economico.

La storia della pista non l’ho capita, ma ora non ho tempo, mi riprometto di chieder lumi prima di ripartire.

09:00

Tutto fatto, decido di uscire e partire verso la città, per far prima decido per un Uber, arriva in due minuti quindi telefono ad Alessandro, la mia guida e avviso che ci vedremo verso le 6:30- 10… perfetto!

09:35

Da non credere, sono davanti all’Hotel e maledettamente in orario! Faccio il check-in, la camera è già disponibile… eddai inizio a fare degli scongiuri (solo mentali, NO gesti), tutto sta filando trooooppo liscio, non sono un tipo fatalista ma tutta sto allineamento planetario inizia a preoccuparmi. Faccio spallucce, è meglio, e ne approfitto per lasciare il bagaglio e rinfrescarmi, scendo in meno di 10 minuti

09:45

Nella hall incontro Alessandro con il quale inizia l’altra avventura, quella del turista in una città che non ha bisogno di presentazioni o lodi, e che mi godrò in pieno nelle prossime 48-50 ore; infatti stimo di ripartire intorno a mezzogiorno del sabato.

Ora ho davvero bisogno di un caffè e di una camminata rilassante, l’aria è fresca al limite della felpa, il cielo è Blu intenso, ci incamminiamo con chiacchiere e racconti, svoltiamo per vicoli che sembrano usciti da un film di spionaggio ambientato all’epoca della cortina di ferro.

Entriamo in un locale mooolto locale, ci sediamo a bere una caffè con cioccolato, la temperatura lo consente ed il tempo a disposizione pure, d’ora in avanti tutto sarà slow, desidero solo ascoltare ed ammirare.

Le visite ai monumenti più importanti sono d’obbligo ed è un piacere farle così “leggeri”, senza dover pascolare a mo’ di “gregge”.

10:00

Trascorriamo l’intera giornata camminando per la città, spostandoci con metrò e tram, il rumore di sferragliamento suscita vecchi ricordi milanesi… mi piace molto.

Ci concediamo un dolce tipico, una specie di grosso cilindro -tipo un grosso cannoncino, ma grande!!- è cotto su dei rulli rotanti vicino a delle resistenze elettriche poi, ancora caldo, viene “impanato” con zucchero aromatizzato con diversi gusti, Ho scelto la cannella, una leccornia. È un dolce che anni fa si trovava solo nelle fiere, ora è ovunque.

Per pranzo finiamo in un mercato rionale in periferia, raggiunto con i mezzi… colori e profumi infiniti, decido di “provare” un piatto di spezzatino a base di agnello accompagnato con riso; mi piace “provare”.

Alessandro ha lavorato anche al consolato e mi ha raccontato di situazioni “imbarazzanti” in cui si son trovati diversi nostri connazionali dopo esser stati in certi locali… abbiamo riso, che è meglio.

17:00

Il tour guidato è terminato -anche le mie energie-, siamo dal lato di Buda anche se abbiamo preferito fare solo la città nuova (Pest), ci siamo divertiti entrambi, ci beviamo una birra sul Danubio per salutarci.

Ora ho davvero bisogno di riposo; ma prima di rientrare in Hotel voglio salire -ma con i mezzi- a Buda, la parte alta della città, per dare un’occhiata al panorama; è semi deserta, il grosso dei turisti è già sceso e rimane solo qualche curioso in cerca dello “scatto” con la giusta luce. Panorama stupendo e soddisfazione top.

Ora si, prima di stramazzare decido di rientrare in hotel, sulla strada compro qualcosa da mangiareperchésentodinonfarcelaaduscire,ilcontapassidioggisegna26782!!

21:30

…. zzzZZZ.

Venerdì 13 Giugno 2025 (non sono affatto superstizioso)

07:00

La giornata inizia davvero bene, la famosa “giusta location” si rivela davvero giusta, ho dormito benissimo, zero caos e la colazione è ottima ed abbondante, in centro città ma, nonostante la globalizzazione, ad un prezzo dell’Italia ante Covid.

Il resto della giornata lo trascorro in autonomia o quasi, girovago per parchi e luoghi d’interesse suggeriti dalla rete ma prevalentemente mi affido all’istinto, mi piace andare a zonzo, ho persino attaccato bottone… lasem perd.

Nel pomeriggio mi aggrego ad un “gregge” ma piccolo, per una visitina alla parte alta di Buda, in realtà l’ho visitata la sera prima ma mi interessa anche sentirne la storia… devo dire che è andata bene e, anche se in gruppo, è stato divertente.

Le Terme di Gallert, il Caffe NewYork e parecchio altro saturano la giornata che concludo sull’isola di Margherita, al centro del Danubio, dove ci sono locali e spettacoli all’aperto di ogni genere

Sabato 14 Giugno 2025

07:30

Esco con l’intento di tornare presto per il check-out, trovo una città addormentata, quasi nessuno in giro, tutt’intorno i segni dello sfogo della sera prima sono evidenti, qualcuno dorme anche sulla panchina….

mi muovo velocemente con i mezzi, vado ad acquistare quei dolcioni che ho assaggiato il primo giorno, ne voglio portare un po’ a casa, scarpino ancora un po’ per godere del fresco e della poca gente.

Mi fermo in caffè per una sosta relax e parlo, -in realtà ascolto soltanto senza capire un’acca- un tizio che seduto vicino a me, durante la sua colazione, inizia un monologo -in lingua- ; dopo circa 5 minuti capisce che non sono Ungherese… ridiamo entrambi, ci salutiamo ed usciamo ognuno per la sua via.

10:30

Rientro per recuperare le mie cose e lascio l’hotel; decido di tornare in aeroporto con i mezzi, prendo il Tram – il mio mezzo terrestre preferito-che mi porta ad una stazione dei Bus, in altri 20 min arrivo a 200mt dall’aeroporto di Budaors, durante il viaggio invio il FP con la solita App e schedulo la partenza per le10zulu (12:00Lt)-dovrei farcela-.

Davanti l’ingresso dell’aeroporto c’è un fruttivendolo, mi avvicino e vedo che ha ciliegie albicocche supermega -insiste per l’assaggio- buone da paura, non esito, il WsB lo consente, compro due borse piene della frutta preferita a casa che, insieme ai“ cannoni“ zuccherati, faranno certo piacere; tra me e me rido pensando all’italiano che compra frutta e dolci in Ungheria…come non ne avessimo.

11:30

Hungaro Control (al telefono) mi conferma la ricezione del piano di volo, bene! posso rifornire e partire in orario.

Intanto che carico e verifico che il mio aereo sia tutto in ordine, chiedo all’addetto del rifornimento se in zona c’è un istruttore di volo a cui posso fare qualche domanda sulla questione pista…il tizio annuisce e parla col portatile in ungherese; da li a poco un C172 della scuola locale si ferma sul piazzale, scendono allievo ed istruttore, un breve saluto e vedo che il giovane ragazzo è molto interessato al Blue7, mi chiede…,gli racconto, gli piace moltissimo, dico che è fatto in “casa” da me.., strabuzza gli occhi e si complimenta… -complimenti che giro anche a tutto il nostro CAP-.

A questo punto gli spiego le mie perplessità riguardanti l’uso della pista; lui mi conferma che ero nel giusto, sono realmente atterrato sulla 27L, perché la 27R è usata solo come campo per concerti e occasionalmente ha funzione di runway; in realtà quella che credevo fosse una taxyway, viene anche usata come runway e viene chiamata “Temporary 27 or 06” così da avere comunque due “piste” disponibili…. Anche la Temporay è utilizzabile da tutti. Ora è tutto chiaro.

-ehh grazie! a saperlo…-

Torniamo a noi; essendo Sabato, le aree a nord del lago che erano off limit all’andata, ora sulle carte risultano inattive, pertanto in pianificazione di ritorno ho azzardato la rotta che passa proprio da lì, così da godermi la vista del lago di Malaton tenendolo alla mia sinistra.

Finisco i controlli e…

12:10

“Indosso” allacciando bene il Blu7, accendo.. osservo.. ascolto.. setto e scaldo quel grosso cuore pulsante; c’è in uso la 06, chiedo di utilizzare la famosa Temporary RWY 06, rullo, sto per allinearmi ma: ohh nooo…

-Huston abbiamo un problema – nell’allinearmi in pista, sento il pedale del freno sinistro un po’ spugnoso, non insisto, fa caldo, nessun traffico in circuito, mi fermo un istante a pensare e mi convinco di avere un problema al freno SX, c’è di buono che non è bloccato, altrimenti me ne sarei accorto durante il rullaggio; è più probabile che sia l’O-Ring di tenuta del pistone che perde; so di averne due di scorta nella borsa dei ferri, ma è un lavorone, con relativo svuotamento e ri riempimento con spurgo dell’impianto… poi, senza la mia attrezzatura e con sto caldo… NO! Mi rifiuto!!

I circuiti del cervello iniziano a scaldare per il nervoso, ma alla fine prevale il ragionamento e la conoscenza dell’impianto e mi dico: se c’è una leggera perdita di olio non perdo tutta l’autorità del freno, inoltre ho rullato sin qui senza problemi… è deciso “GO”!!

-poi vi spiegherò cosa ho scoperto a casa-

10:22 zulu (12:22lt)

Take-off Power, la coppia dell’elica è contrastata col pedale DX -solo il timone- , onde evitare di azionare inavvertitamente il freno ed aumentare la perdita (presunta) di olio, il piede SX non è nemmeno sulla pedaliera.

L’erba un po’ alta e OAT di 33°C mi fanno correre un po’ di più, circa300-350mt prima di “staccare”, comunque sia, in pochi secondi…voilà, eccomi ancora nell’aria^

Sto attento a non sforare nel “C”, virate a destra per circuito a sud del campo, uno scatto alla pista dal sottovento e su, continuo la salita per 3500.

Chiedo alla “torre” se il mio FP è stato attivato (visto che è sede ATS), mi rimandano per l’attivazione a Budapest Info con il quale mi metto subito in contatto.

Al servizio informazioni, chiedo di coordinare una salita a FL100 (anche se è spazio “C”) e l’attivazione del mio FP, subito confermata; in contemporanea ottengo la nuova frequenza da contattare: quella del Radar in spazio “C”.

L’ATC mi autorizza subito a FL100, durante la salita mi vettora un paio di volte per separazioni; quindi, vengo autorizzato direttamente al confine sloveno, sul punto DIMLO. Super facile.

Dopo una mezz’oretta dal decollo e con FP già attivo, mi chiedono se sto volando in IFR o VFR…

– mi raggelo: vuoi vedere che adesso mi fanno scendere? – ; incrociando le dita rispondo che sto volando con Piano di Volo VFR e in condizioni VMC, il verdetto è immediato: “I-NLCM are you able for CLIMB TO FL110?” -oohhlalla, ancora meglio- confermo felice come una Pasqua e salgo al livello richiesto.

Non conosco le motivazioni della salita (i livelli semicircolari dicono altro), e non mi faccio domande, so solo che filo a 170Kts di GS con un consumo orario di 28 lt/h smagrito di 50°F potrei far meglio ma ho voglia di tornare, quindi spingo un po’ la manetta sino a 2500 e corro ^.

Supero i confini di Stato così come pianificato, nessuna diversione di rotta o quota; rispetto all’andata c’è molto più traffico ed i controllori sono davvero impegnati ma mi lasciano “scorrere” senza intoppi.

13:50 circa

Entro in Italia sempre dal TUTIV (Trieste) e visto l’orario ed i traffici in frequenza, mi aspetto una discesa che invece il controllore non mi chiede, per agevolarlo lo informo che sono disponibile ad “accorciare” la permanenza nel suo settore, tagliando (come all’andata) Chioggia VOR, per dirigere direttamente verso HUGAD Legnago; “I-CM. al momento mantenga CHI, la richiamo” e io mantengo.

Così per diletto, con la Com2 ascolto gli amici di Caorle, sento che c’è la WeFly che “gioca” laggiù, vorrei fermarmi ma non me la sento di mollare gli 11k ft che mi tengono al fresco inoltre la stanchezza ed il rilassamento si fanno sentire, ho voglia arrivare a casa e riposare prima dell’impegno serale; proseguo ancora un po’ e dopo altri 10 min il Radar mi autorizza diretto Legnago stessa quota. -viro e accorcio, così siamo tutti contenti ´`·^v

14:20

Prossimo a Legnago è Milano Radar che mi accoglie con un “I-CM sotto controllo radar, autorizzato attraversamento diretto to DORIN(Cremona) mantengaLivello110,la richiamo io per la discesa”– urka!… e chi sono io per dire di no?-

Nel caldo pomeriggio, a terra ci sono 35-37 gradi, godo della frescura dei miei 6-11°C ma solo fino al GIVAT (Gazoldo), punto in cui finisce la festa, da lì, autorizzato, inizio a scendere bello allegro (160 GS), ad ogni minuto che passa la “griglia” si avvicina sempre più, raggiungo il confine d’uscita del CTR a 3000ft; il termometro segna 30° C “salve Caronte”; contatto il FIC, stranamente “scarico” , -per forza, chi vola con sto caldo boia? – in pochi minuti arrivo a Vigarolo, nessuno in frequenza, ovvio.

Una bavetta di aria mi suggerisce la 34, devo ricordarmi di non usare troppo il freno sx; avvicino giusto un po’ più lento, 60-58 anziché i soliti 65, così da fermarmi senza freni.

13:15 zulu Sono a terra.

Mi fermo all’altezza del raccordo – che è alla mia sinistra – effettuo un 270° col freno DX – quello buono – e rullo all’apron: arrivato. Prima di spegnere, per provare benei il freno SX, faccio un 360° sul piazzale frenando a fondo corsa e… traaak, pedale“a vuoto”, freno inefficiente; spengo annoto tempi di volo e tc ,chiamo per chiusura FP e anche casa per avvisare che sono a terra… (anche se so benissimo che hanno seguito tutto il volo su FR24); scendo e vedo sul pavimento la macchia di olio idraulico, segno inconfondibile (così credo) che l’OR del pistone della pinza è andato.

Nai giorni seguenti, durante la riparazione, scopro che in realtà non era l’O-Ring a perdere, bensì una crepa del tubo d’alluminio , vicino alla “cartellatura” del punto di raccordo; non so spiegarmi il motivo di tale rottura ma, col senno di poi, sono molto contento di NON aver rinunciato alla partenza; non avrei potuto riparare il danno se non chiedendo attrezzatura specifica all’officina (chiusa sino al lunedì) . Invece a casa, in mezz’ora ho risolto il problema.

Ecco cos’ho trovato una volta smontato lo scarpone…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


15:30

Adesso sono stanco ed accaldato ma non tocco terra dalla felicità, tutto si è concluso davvero benissimo!!

Compilo lo stralcio volo, lascio lo sportello d’olio motore aperto per dare un po’ più d’aria a questo stallone dal sangue Blue ; salgo in auto e metto “prua” Casa.

Entro con le mani piene di dolci e quell’inconfondibile sorrisino dell’Aviatore che sta già pensando alla prossima avventura.

Protagonisti:

La Famiglia: i filetti fluidi della portanza Blue7: l’eterno bocconiano

Lucio: appassionato Aviatore Costruttore girovago, dal carattere scorbutico ma sincero

 

 

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